Investire nelle emozioni
Perché conoscere il cervello fa bene al portafoglio
Le scelte d’investimento sono tutt’altro che facili. A complicarle non sono solo le congiunture, le cri- si economiche o l’incertezza dei mercati. È la natura umana la prima questione da affrontare, come spiega in questo libro Matteo Motterlini, professore all’Uni- versità Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del cresa (Centro di Ricerca in Epistemologia Speri- mentale e Applicata).
Emozioni, intuizioni e automatismi mentali con- dizionano le decisioni, portando a conclusioni spesso fuorvianti. Per esempio, molti di noi sono vittime di un’innata avversione alle perdite: pur di non provare il dispiacere della sconfitta, ci precludiamo vittorie – ovvero guadagni – che sarebbero invece a portata di mano. Oppure non sappiamo «ritirarci dal gioco» quando abbiamo perso molto, e finiamo col perdere troppo. In alcune circostanze siamo portati a seguire il «gregge», anche se la quantità non è certo garanzia di competenza, in altre tendiamo a contare troppo su noi stessi sovrastimando le nostre capacità predittive o fidandoci dell’istinto quando non dovremmo, e così via. Nell’una o nell’altra delle molte trappole inne- scate dalle nostre emozioni siamo caduti tutti, perché a ben vedere siamo soggetti a scelte che di raziona- le hanno ben poco. Ma c’è una buona notizia: negli ultimi anni, la neuroeconomia, la scienza che studia cosa avviene nel nostro cervello quando prendiamo decisioni economiche e finanziarie, ha fatto passi da gigante. E mostra ogni giorno di più come, nel- la maggior parte dei casi, gli errori in cui cadiamo siano sistematici e per questo prevedibili: dipendo- no da come si è evoluto il cervello umano. Prendere coscienza di come le emozioni e gli errori sistematici influenzano il nostro comportamento economico, e imparare a comprendere l’impatto che hanno sulle nostre scelte e in ultima analisi sul nostro benessere, è quindi la nuova, importante frontiera in tema di investimento e di risparmio.